ANATEVKA
THE FIDDLER ON THE ROOF
Musical in zwei Teilen
Dass ein Musical nicht im Milieu von Glanz und Gloria spielen und ein verträumtes Happyend haben muss um zu begeistern, beweist «Fiddler on the Roof», das in Deutschland unter dem Titel «Anatevka» bekannt wurde.
Der Inhalt zeigt, wie Völkergruppen gezwungen werden, ihre ursprüngliche Heimat zu verlassen. So ist die Handlung von Anatevka im weitesten Sinne eine gewaltsame «Vertreibung» von Ethnien samt dem damit verbundenen Schmerz der Betroffenen, wie sie bis heute immer wieder geschieht.
Musical in due atti
Un Musical non deve sempre essere in tema con gloria e splendore ed avere regolarmente un romantico “happy end” per entusiasmare.
Lo testimonia «Fiddler on the Roof», che in Germania è diventato famoso con il titolo «Anatevka».
Il contenuto dimostra una volta di più, come certe popolazioni siano obbligate a lasciare i loro luoghi d’origine. In questo senso anche la trama di Anatevka è strettamente legata a una forzata «espulsione» di un’etnia, con tutti i problemi e i dispiaceri ad essa legati, come purtroppo avviene in determinate zone ancora ai giorni nostri.
Schon in seiner Schulzeit widmete sich der junge Jerry Bock intensiv dem Komponieren und machte dadurch die musikalische Öffentlichkeit zum ersten Mal auf sich aufmerksam. 1958 begann die Zusammenarbeit mit dem Texter und Librettisten Sheldon Harnick. Die nächsten sieben Jahre wurden die erfolgreichsten für Jerry Bock. In dieser Zeit schuf er seine größten Musicalerfolge, die ihm den Pulitzer-Preis, insgesamt zehn Tony-Awards und eine Reihe von Kritiker- und Publikumspreisen einbrachten.
Die wohl berühmteste Melodie aus der Feder von Jerry Bock ist: Wenn ich einmal reich wär (If I Were A Rich Man) aus seinem erfolgreichsten Musical Anatevka (Fiddler On The Roof). Jerry Bock wurde gemeinsam mit seinem Texter Joseph Stein in die Theater Hall of Fame aufgenommen.
Buch Joseph Stein,
Liedertexte Sheldon Harnick
Joseph Stein’s Libretto basiert auf Scholem Alejchems Erzählungenfolge Tewje, der Milchmann (1916). Der Originaltitel Fiddler on the Roof (Ein Fiedler auf dem Dach) bezieht sich auf die Bildkomposition „Der Geiger“ (1912/1913) des französischen Malers russisch-jüdischer Herkunft Marc Chagall.
Das Besondere dieses Musicals ist der schmale Grat zwischen Spaß und tödlichem Ernst sowie die Verflechtung von privater Geschichte und politischem Hintergrund. Für viele liegt die Qualität des Musicals in der guten Balance beider Aspekte und darin, wie mit den tragischen Ereignissen umgegangen wird: Nicht das Leiden der jüdischen Bevölkerung wird gezeigt, sondern ihre Lebenslust und ihr Überlebenswille.
Die Liedertexte stammen von Sheldon Harnick – einem amerikanischen Musiker, der im gemeinsamen Schaffen mit dem Komponisten Jerry Bock in den 50er und 60er Jahren einige bedeutsame Werke schuf, die große Erfolge am Broadway waren und mit verschiedenen Preisen ausgezeichnet wurden. Die Krönung stellte das Lied „Wenn ich einmal reich wär“ der Hauptfigur Tewje dar.
Inhalt
Das Musical spielt um 1905 im Russischen Kaiserreich, im fiktiven Schtetl (Städtchen) Anatevka, in dem eine Gemeinschaft polnischer Juden großen Wert auf Tradition legt. Ohne diese Tradition seien die Juden wie ein Fiedler auf dem Dach, so der Milchmann Tevje.
Seine drei ältesten Töchter sind im heiratsfähigen Alter und malen sich bei der Hausarbeit ihren Traummann aus. Doch sie wissen, dass sie traditionell nur jenem angetraut werden, den Jente, die Heiratsvermittlerin (Schadchen), für sie wählt. Tevje träumt von einem kleinen Vermögen (Lied Wenn ich einmal reich wär) und verspricht dem wohlhabenden Fleischer Lazar Wolf seine älteste Tochter Zeitel. Doch sie liebt den armen Schneider Mottel Kamzoil und verlobt sich heimlich mit ihm. Es droht die Vertreibung durch die Russen, doch Tevje bewahrt sich seinen Lebensmut und Humor.
Tevjes zweitälteste Tochter Hodel hegt Gefühle für den jüdischen Studenten Perchik aus Kiew, den sie als Hauslehrer kennen lernt. Tevje hadert mit dem Heiratswunsch seiner ältesten Tochter, wägt in hintergründigen Monologen das Für und Wider ab und willigt ein.
Ein Wunder ist geschehn! Nachts erscheint ihm die liebe Großmutter Zeitel im Traum und preist den Schneider Kamzoil. Die Ehe ist beschlossen. Anschließend gelingt es Perchik bei der Hochzeitsfeier, die Gäste im Tanz mitzureißen, was einen Bruch mit ihrer Tradition bedeutet. Die russische Armee tritt plötzlich auf und demonstriert ihre Macht im Auftrag des Zaren. Tische werden umgestoßen, Hochzeitsgäste verletzt. Hodel und Perchik beichten ihm nun ihre Heiratspläne. Doch der Vater hadert wieder wegen der Tradition, willigt aber schließlich ein. Verwirrt von der hohen Bedeutung der Liebe bei den Kindern – ein Wort, das er in treuer Erfüllung seiner ehelichen Pflichten nie beleuchtete.
Im Schtetl verbreitet sich die Nachricht, dass Perchik von den Russen zu Unrecht verhaftet, vorverurteilt und nach Sibirien verbannt wurde. Schweren Herzens lässt Tevje seine zweite Tochter Hodel ziehen, die in dieser schwierigen Zeit bei ihrem Verlobten sein will.
Als Tevje erfährt, dass seine drittälteste Tochter Chava heimlich den jungen Russen und Christen Fedja gegen seinen ausdrücklichen Willen geheiratet hat, zerreißt es ihm das Herz. Er verstößt sie. Ein restriktiver Erlass aus St. Petersburg führt zum Zwangsverkauf sämtlicher Häuser. Alle Juden müssen binnen dreier Tage Anatevka verlassen. Es kommt zur Massenauswanderung in die USA und in dieser politisch angespannten Situation zu Tevjes Aussöhnung mit Chava, die mit Fedja nach Krakau zieht. Ein Fiedler auf dem Dach spielt.
Già ai tempi di scuola il giovane Jerry Bock si dedicava intensamente alla composizione, facendosi notare dal grande pubblico. Nel 1958 iniziava la sua collaborazione con il paroliere e librettista Sheldon Harnick. I sette anni che seguirono, furono per Jerry Bock gli anni più proficui. In quei tempi egli creò i suoi successi musicali maggiori, che gli fruttarono il premio Pulitzer, dieci Tony-Awards e una serie di premi della critica e del pubblico.
La melodia più famosa scaturita dalla penna di Jerry Bock è senza dubbio: “Wenn ich einmal reich wär”, (If I Were A Rich Man), (Si j’avais des millions). Ambedue, Jerry Bock ed il paroliere Joseph Stein sono stati inseriti nella “Theater Hall of Fame”.
Paroliere Joseph Stein,
testi
musicali Sheldon Harnick
Il libretto di Joseph Stein prende spunto dai racconti di Scholem Alejchem: Tewje, il lattaio (1916) di cui il titolo originale “Fiddler on the Roof” (Un violinista sul tetto) si riferisce al quadro „Il violinista “(1912/1913) del pittore francese di origini ebreo-polacche Marc Chagall.
La particolarità di questo Musical corre sul filo sottile tra divertimento e grave serietà, intrecciati con storie personali e importanti retroscena politici. Le opinioni maggiori propendono per il giudizio, che la qualità del musical si ponga in ugual misura di ambedue gli aspetti, dai quali evince e viene evidenziata, non tanto la sofferenza del popolo ebreo, bensì la loro voglia di divertirsi e la volontà di sopravvivenza.
I testi musicali sono di Sheldon Harnick – un musicista americano che negli anni 50 e 60, in collaborazione con il compositore Jerry Bock, creò alcune delle sue opere più significative. I grandi successi di Broadway furono pure insigniti di importanti Premi. L’incoronazione la ebbe ovviamente il brano „Wenn ich einmal reich wär“ cantata da Tewje, il personaggio principale.
La trama
Il Musical è ambientato intorno al 1905 nell'Impero russo, nell'ipotetica cittadella (Schtetl) Anatevka, dove una comunità di ebrei polacchi pone grande valore nella tradizione. Apparentemente senza questa tradizione gli ebrei sarebbero come “un violinista sul tetto”, così la pensa il lattaio Tewje. Le sue tre figlie maggiori sono in età da marito e durante i lavori casalinghi si immaginano il loro uomo ideale. La tradizione vuole e loro lo sanno, che la scelta dell’uomo ideale, venga affidata a Jente, la mediatrice di matrimonio, la quale sceglierà per loro quello giusto. Tewje sogna per sé un piccolo patrimonio (canto: “Wenn ich einmal reich wär”) e promette la figlia maggiore al benestante macellaio vedovo, Lazar Wolf. Lei però ama il povero sarto Mottel Kamzoil con il quale si fidanza segretamente. Hodel invece, la sua seconda figlia in ordine di età, ha segretamente sentimenti per lo studente ebreo Perchik di Kiew, che lei conosce in qualità di precettore. Tevje intanto combatte tra sé e sé, soppesando con monologhi e borbottii i pro e i contro del desiderio di matrimonio della figlia maggiore. Infine acconsente e Mottel canta: “Ein Wunder ist geschehen” (miracolo, miracolo!).
A conferma di ciò, una notte gli appare in sogno la cara nonna Zeitel che pure lei tesse le lodi per il sarto Kamzoil. Durante la festa di matrimonio, Perchik coinvolge gli ospiti a ballare, cosa che esula dalle loro tradizioni.
Intanto incombe la minaccia di espulsione da parte dei russi, ma Tewje mantiene il suo coraggio e il suo umorismo. Durante l’invasione volano tavoli e sono feriti alcuni invitati. Velocemente Hodel e Perchik informano Tewje dei loro piani di matrimonio e lui entra nuovamente in conflitto con usanze e tradizioni, ma alla fine acconsente anche al loro matrimonio. Rimane tuttavia confuso dalla grande importanza che le figlie danno all’amore, una parola, che nel fedele adempimento dei suoi doveri coniugali non lo ha mai illuminato.
Nella cittadella si fa strada la notizia, che i russi hanno arrestato ingiustamente Perchik, pre-condannandolo ed esiliandolo in Siberia. Tewje lascia partire a malincuore sua figlia Hodel, che in questo difficile momento vuole rimanere vicina al suo fidanzato.
Quando Tewje viene a sapere che la sua terza figlia Chava, contro il suo espresso divieto, ha segretamente sposato Fedja, il giovane russo cristiano, gli piange il cuore e la ripudia.
Un decreto restrittivo emanato da San Pietroburgo, obbliga tutti gli ebrei a lasciare Anatevka entro tre giorni. Il grande esodo verso gli USA e questa situazione politicamente tesa, porta Tewje a rappacificarsi con Chava, la quale è in partenza per Cracovia con Fedja.
Die Proben / Le prove
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